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Il futuro della biblioteca.
Rivista COSTRUIRE IN LATERIZIO N° 136
di LUGLIO-AGOSTO, 2010
Autore: Michele Costanzo
Articoli Mai, come nel presente momento storico, l’avvenire della biblioteca a seguito delle importanti trasformazioni prodotte dall’avvento dell’e-book –è risultato così strettamente collegato al futuro del libro. Questa sua modificazione (che è ormai in atto), se da un lato costringerà gli utenti a doversi adattare a tale trasformazione in senso oggettuale, dall’altro offrirà ad essi la possibilità di entrare rapidamente in contatto con una, pressoché, infinita offerta di testi.
Per l’accelerazione subita dal mondo della comunicazione, l’attuale epoca si trova, dunque, alle soglie di un decisivo mutamento del modo di vivere (oscillante tra realtà e virtualità) e di conoscere ciò che accade nel mondo (attraverso strumenti d’informazione straordinariamente accessibili).
Come mette in evidenza Victor Hugo in Notre-Dame de Paris(1), anche l’epoca in cui situa il suo romanzo si trova a ridosso di un cambiamento epocale, corrispondente alla fine del Medioevo. E chi se ne rende conto avverte tale trasformazione come una sorta d’imminente tempesta dalle conseguenze devastanti. L’arciduca Frollo è uno di coloro che hanno tale consapevolezza e,
a un tempo, timore di ciò che dovrà o potrà accadere. Così, pressato dal suo interiore sgomento, formulerà la celebre frase: Ceci tuera cela, ovvero, la pagina di carta ucciderà l’edificio di pietra. Profetizzando, più precisamente, con tale espressione, la morte della Chiesa (e con essa la pietrificata immobilità della certezza dogmatica) a seguito dell’avvento dell’innovazione che è come un flusso energetico in sé inarrestabile. Rimanendo in ambito letterario, quasi a controbilanciare quanto Hugo fa dire al suo personaggio, potrebbe essere interessante prendere in considerazione le riflessioni di Umberto Eco sull’e-book raccolte in uno scritto intitolato, appunto, Monologo interiore di un e-book(2). Si tratta di un breve testo che, con ironia, affronta la questione del futuro del libro e di tutto
quello che ad esso è collegato e che dovrà essere affrontato in maniera non drammatica, anche se si tratterà di una vera e propria rivoluzione comunicativa e culturale.
Non a caso, l’ultima Fiera Internazionale del Libro di Torino si è occupata di tale specifico tema, ossia la perdita da parte del libro della sua materialità cartacea, cercando di valutare gli effetti di questa trasformazione nell’ambito delle abitudini sociali. Si è discusso, più specificatamente, del futuro del libro, della lettura e dei valori culturali elaborati e trasmessi dalla civiltà della parola scritta e delle mutazioni che potranno avvenire con l’avvento dell’epoca del multimediale, di Internet e degli e-book.
Come Francesco M. Cataluccio osserva in Che fine faranno i libri?, è fondamentale tener presente che, dagli esiti del dibattito su questo tema, dipenderà “[...] l’assetto della società di domani”(3).
“L’effetto di questo processo ormai inarrestabile”, egli aggiunge,“è che verrà trasposta in digitale la gran parte della produzione libraria statunitense e sarà, in pochi anni, offerto un numero enorme di libri elettronici [...]. Inoltre, l’accordo tra Google e la Bibliothèque Nationale de France per la digitazione di tutto il suo patrimonio librario fa immaginare che tra pochi anni, con un piccolo abbonamento, sarà possibile accedere e leggersi comodamente da casa tutti i libri di una delle più grandi, e meglio organizzate, biblioteche del mondo”(4).
La tradizionale biblioteca, dunque, subirà inevitabilmente una serie di sviluppi e trasformazioni dovuta alla diffusione dell’informatica e della telematica, ma non per questo sarà destinata a scomparire.
Del resto, pur avendo l’apparenza di una istituzione in sé stabile, la biblioteca è cambiata non poco nel corso della storia. Si è passati dalla condizione di struttura elitaria, rivolta ai pochi che sapevano leggere, ad uno spazio pubblico (finanziato dallo Stato invece che da ricchi benefattori). E, mentre l’invenzione della stampa ha cambiato la natura della biblioteca, facendola uscire dal monastero, l’avvento della digitalizzazione sta portando nel mondo una trasformazione che, al momento, viene percepita confusamente, senza poter, ancora, riuscire a delinearne i contorni in maniera sufficientemente definita.
Il mondo delle biblioteche pubbliche, tuttavia, già da tempo ha cominciato a prendere confidenza con nuove teorie di gestione, cercando di trovare strade“altre” per il proprio futuro, proponendosi come centro integrato di servizi per la cultura, la formazione, l’informazione, l’immaginazione, la creatività, lo studio, il tempo libero e la socializzazione. Ma questi servizi potranno essere potenziati e dilatati. Mutando finalità e funzioni, sarà indispensabile, allora, ridefinire anche la configurazione e le caratteristiche dell’edificio-biblioteca, individuando forme, linguaggi e soluzioni architettoniche in grado di riaffermare il valore dell’istituzione, promuovendo contenuti innovativi e cercando di esprimere in forma adeguata il suo nuovo ruolo nella società contemporanea.
Certamente il web e il computer non “uccideranno”, per così dire, la biblioteca pubblica, ma senz’altro ne modificheranno il ruolo, le funzioni e i contenuti.
In questo radicale cambio della propria veste, la biblioteca pubblica ospiterà nuove funzioni, svolgendo sempre un ruolo sociale, ma aprendosi ad utenti sempre più diversi. Non più soltanto un luogo dove leggere libri, giornali, studiare e fare ricerche,ma anche dove incontrare persone, assistere ad
una conferenza o ad un concerto, frequentare un corso di formazione, navigare su Internet; un centro di svago intellettuale dove, inoltre, coltivare i propri hobby, girare video, ascoltare, registrare e fare musica, gestire blog e quant’altro. Non sarà, altresì, improbabile pensare di andare in biblioteca per bere un tè, per passare del tempo in tranquillità a vedere un film o per ascoltare musica comodamente seduti su un divano.
In sostanza, si tratterà di un ambiente d’aggregazione sociale, uno spazio pubblico attrezzato per incontrarsi, per comunicare e consolidare quel fondamentale senso d’appartenenza che è un elemento irrinunciabile per identificare e mantenere unita una collettività.
Secondo tale visione, crescerà, parallelamente, il ruolo urbano della biblioteca: landmark nella città, veicolo di comunicazione culturale e politica, protagonista nel marketing urbano e nelle strategie di riqualificazione sociale.
Tali possibili o probabili mutamenti, a seguito della diffusione delle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione, renderanno, allora, la biblioteca non soltanto un luogo di conservazione e promozione della cultura, ma anche un laboratorio d’informazione, di creatività, di scambio, una porta d’accesso e uno strumento d’orientamento nell’universo multimediale contro il digital divide.


Note
1.Victor Hugo, Notre-Dame de Paris, Einaudi,
Torino 1996.
2. Umberto Eco, Monologo interiore di un e-book,
in: Mario Scognamiglio (a cura di), Confidenze
di libri, Edizioni Rovello,Milano 2004.
3. Francesco M. Cataluccio, Che fine faranno i
libri?, Nottetempo,Roma 2010, p. 49.
4. Ibidem, pp. 28-29.

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