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Eric Owen Moss. Teatro Mariinskij e Centro Culturale Novaja Gollandija. San Pietroburgo
Rivista Metamorfosi N° 45
di aprile maggio giugno, 2003
Autore: Michele Costanzo
Articoli I progetti per il nuovo Teatro Mariinskij e il Centro Culturale Novaja Gollandija si inseriscono entrambi nell'antico cuore di San Pietroburgo, composto come osserva Eric Owen Moss, da «una cronologia di spazi imponenti che ci sospinge da piazza e canale, da edificio e monumento» .
Il carattere asimmetrico di tali spazi non può dare adito ad interventi architettonici di tipo autoreferenziale. «Qualsiasi aggiunta o sottrazione al dato di questa realtà non può che tener conto del suo messaggio spaziale» .
Nel sapiente ed equilibrato intreccio di tali presenze architettoniche, si trovano due importanti polarità storiche composte, da un lato, dal Palazzo d'Inverno (sede dell'Ermitage), la piazza del Palazzo, l'Ammiragliato e, dall'altro, dal Conservatorio Rimskij Korsakov e il Teatro Mariinskij.
Gli obiettivi primari, che le due proposte progettuali intendono assolvere, sono i seguenti: ampliare il vecchio Teatro Mariinskij, realizzando accanto ad esso un nuovo complesso; creare un raccordo tra le due centralità monumentali, attraverso un intervento di ristrutturazione e riqualificazione funzionale (a destinazione culturale) degli edifici dell'area di Novaja Gollandija.
Per questa ragione si prevede di trasformare l'attuale via Glinka in un viale alberato, collegandolo poi con il boulevard Konnogvardeiskij, per comporre con esso un lungo percorso a L continuo, formalmente unitario. Tale nuova scenografica passeggiata andrà a costituire un immediato collegamento tra il Teatro Mariinskij a il complesso Novaja Gollandija.
Con le sue due proposte, Moss non intende limitarsi alla semplice realizzazione «di nuovi "eventi" nel centro storico di San Pietroburgo (anche se essi sicuramente suggeriscono tale atteggiamento), ma considerare, piuttosto, i due luoghi quali estensioni dell'attuale organizzazione di questa parte della città» .
Il vecchio Teatro Mariinskij verrà restaurato e l'edificio progettato dall'architetto americano sarà collegato ad esso tramite un 'asse', ancorato alla fronte est opposta a quella dell'ingresso: una struttura a ponte, in acciaio e vetro, che attraversa la Krjukova Kanala (che si interpone tra i due teatri), in cui andranno a sistemarsi passaggi e strutture di servizio. Tramite questa connessione, dal vecchio teatro sarà possibile accedere direttamente nel retropalco del nuovo complesso e godere delle sue attrezzature tecniche e logistiche, nonché di altri circoscritti spazi per rappresentazioni teatrali e spettacoli, posti all'interno di 'unità' (di dimensioni pari a m. 16 x 16 di lato e m. 14 d'altezza).
Visto dall'esterno, il teatro si compone di due figure, articolate sul principio della 'discordanza' o della contrapposizione, ossia impostate l'una sul filone della razionalità e l'altra su quello dell'espressione: tema di ricerca, questo, ricorrente nell'opera di Moss.
La prima, è un imponente solido a superfici squadrate il cui disegno trapezoidale del piano basamentale dipende dalla posizione della Krjukova Kanala, inclinata rispetto all'orientamento degli assi che regolano l'impianto spaziale dei due teatri. Si tratta di un 'contenitore', all'interno del quale si trovano tutte le componenti dell'organismo teatrale, escluse quelle relative alla sala centrale destinate alla diretta fruizione del pubblico. Sul lato nord, opposto a quello dell'ingresso, fuoriescono due bracci a formare una piccola cour d'honneur.
La seconda, come si è detto, è radicalmente diversa. Si presenta come un volume impostato su un principio formale del tutto 'antitradizionale', che punta a provocare uno sfondamento dei confini entro cui, fino ad ora, erano rimaste contenute le convenzioni ideative che sostanziano l'atto costitutivo dell'immagine architettonica. In tale progetto, dunque, essa si propone come il risultato dell'accumulo o della 'casuale' sovrapposizione, in senso ideale, di tre enormi 'cuscini' (come l'autore li definisce). La loro fusione in un corpo unitario rappresenta il tema iconico dell'insolito 'oggetto-morbido' che accoglie al suo interno: un ampio atrio d'ingresso, i palchi distribuiti in vari ordini sovrapposti, i foyers ai diversi piani. E questo, in quanto Moss intende trasmettere al singolare insieme architettonico il senso di un 'composto volumetrico' delineato da superfici elastiche e trasparenti, «concettualmente plasmabili, modificabili, fluide» . Attraverso tale superamento dei 'limiti' convenzionali del progetto, sembra di poter percepire la volontà dell'autore di spogliare la 'figura' del suo ruolo di rappresentante dell'immutabilità della regola, per entrare a far parte di quello del divenire del mondo.
Tale spunto ideativo, peraltro, è stato la chiave per risolvere in maniera univoca un insieme di questioni distinte di tipo tecnico, spaziale, organizzativo: un rilevante numero di spettatori (2000 posti a sedere), l'esigenza di creare un adeguato spazio d'accoglienza e un buon sistema di circolazione e sosta del pubblico durante gli intervalli degli spettacoli, visuali suggestive nonché confortevole sistemazione d'ascolto: le sedute all'interno dell'auditorium «sono disposte asimmetricamente e concepite come volumi nello spazio, estendendo o regolando i moduli curvati che compongono la pelle della vetrata che, all'interno, diventa di acciaio inossidabile» .
La libera conformazione interna dello spazio è raggiunta mediante l'inserto, nella zona centrale dell'organismo, di un volume cilindrico di cemento che collabora a regolare l'equilibrio dell'insieme e la qualità ricettiva del suono nella sala.
All'esterno, «la superficie di questi moduli è, inoltre, differenziata per la severità del clima. L'espressione figurativa che ne deriva è quella di un iceberg» .
Dinanzi al prospetto d'ingresso del nuovo Teatro Mariinskij si apre una vasta piazza: un ampio e monumentale spazio, ottenuto chiudendo la strada antistante il Conservatorio Rimskij Korsakov; tale collegamento con due teatri consente una notevole prospettiva a sud, verso la cattedrale di San Nicola. In lontananza è possibile scorgere Novaja Gollandija.

L'area del nuovo Centro Culturale di Novaja Gollandija corrisponde ad un'isola di forma triangolare disegnata da tre canali. Si tratta di un ex deposito per costruzioni navali, con bassi edifici in mattoni disposti perimetralmente, quasi a ridosso dell'acqua, che all'interno formano un'ampia corte dotata, nella zona centrale, di un vasto bacino alimentato da due brevi condotti che lo collegano ai canali. Nella punta a ovest del sito, a conclusione della ritmica sequenza delle spoglie ossature che definiscono gli ex spazi di immagazzinaggio, si trova una costruzione di forma circolare, un tempo destinata a prigione.
Nel nuovo progetto, tale edificio è destinato a diventare un'accademia d'arte drammatica, musica, balletto, scenografia.
Le altre strutture esistenti, compresa la vasca d'acqua centrale, verranno anch'esse recuperare e inserite all'interno di una configurazione estremamente articolata e caratterizzata da una molteplicità di funzioni destinate alla cultura.
L'accesso principale al nuovo complesso è nell'angolo nord-est, all'altezza della piazza Blagovesenskaja (dove si trova la stazione della metropolitana), verso cui converge il viale Konnogvardejskij. Moss considera questo punto un importante snodo (delle diverse percorrenze) e ad esso conferisce una definizione formale circoscritta e dinamica a un tempo: quella di un'incisiva entità spaziale di tipo 'sferico', da cui si dipartono tre itinerari.
Il primo di questi, attraversa il tratto lungo il lato nord. In esso si trovano: un albergo, dei ristoranti, un centro espositivo, una sala conferenze ed un museo d'arte inserito nel vuoto lasciato da una piscina utilizzata, un tempo, per collaudare le imbarcazioni, posta sotto l'area occupata dell'albergo. In forte contrasto con il vecchio scheletro di mattoni (in questo tratto in pessimo stato di conservazione), l'autore contrappone ad essa una struttura agile e svettante, in acciaio e vetro, con una copertura dal profilo ondulato che permetterà «viste spettacolari della città e del Golfo di Finlandia» .
Il secondo è un tratto a V che percorre il lato nord-sud, a ridosso dei canali Krjukova e Mojka. Qui la costruzione è più bassa e prevede un recupero più puntuale del vecchio scheletro murario. I nuovi volumi, opportunamente riconfigurati, verranno destinati ad uffici, negozi, ambienti di studio e d'incontro, e spazi di lavoro per artisti.
Il terzo itinerario si indirizza verso la vasta piazza, destinata agli spettacoli all'aperto, in grado di accogliere, in occasione di concerti, 30.000 persone. E' prevista la possibilità di ricavare 5.000 posti a sedere coprendo (provvisoriamente) la vasca d'acqua, un tempo «impiegata dai costruttori navali per rimettere a galla le imbarcazioni» . Al centro di questa è inserito un agile volume, sospeso tramite dei grandi piloni, entro cui trova luogo una sala da concerto per 700 persone. Il suo accesso è un'agile promenade che si avvita al volume rimanendo sospesa nel vuoto. Sul lato nord della piscina, addossato, alla Concert Hall, verrà costruita una struttura esterna per circa 600 posti a sedere.
La promenade sospesa e la hall di vetro sono visibili dalla piazza del Palazzo a est e dal Teatro Mariinskij a sud e caratterizzano la skyline occidentale della città. Il volume per certe analogie formali e di materiali impiegati, richiama il Teatro Marriinskij e questo non fa che mettere in evidenza l'intento dell'autore di creare uno stretto legame di 'corrispondenze' a volte esplicite, altre sottilmente suggerite, tra le suggestive proposte.

The Developers of the Mariinsky Theatre are Samitaur Constructs
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