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Vincenzo Giorgi. Centro di Riabilitazione ECASS
Rivista architettura.supereva.com N°
di , 2001
Autore: Michele Costanzo
Articoli L'organismo presenta una volumetria piuttosto articolata che si sviluppa su tre piani: il piano terra è destinato ai servizi comuni e all'infermeria; il primo piano è riservato alle camere da letto per gli utenti residenti; il secondo piano è occupato dagli uffici della direzione. Nel piano interrato, infine, si trova un'autorimessa e un magazzino.
La forte caratterizzazione spaziale, che investe la volumetria interna, come quella esterna, è raggiunta attraverso il serrato gioco aggregativo dei volumi ed un approfondito studio dei dettagli costruttivi. Quello che determina la connotazione dell'opera è il rifiuto della nozione di sintesi in favore di quella di scomposizione, di dissociazione, di sovrapposizione, di giustapposizione, di combinazione.
La complessità della figura d'insieme è il portato di una ricerca il cui obiettivo è quello di realizzare degli organismi capaci di suscitare l'interesse dei fruitori determinando, tra tali nuove presenze e l'utente, un positivo rapporto emotivo.
L'obiettivo che Giorgi persegue è quello dell'utilizzo delle possibilità offerte dal principio della contaminazione. Attraverso tale posizione ibrida, egli cerca di scoprire un sentiero transitabile per il proprio linguaggio, omogeneo il più possibile con la nostra cultura e con le nostre tradizioni.
L'opera, sembra consapevolmente percorrere una indeterminabile linea di margine tra la dissoluzione della forma e l'aspirazione ad una sua possibilità ricostruttiva. Gli spazi che egli conforma sembrano alludere ad una scomposizione della figura e, successivamente, ad una sua ricomposizione ad altra scala, in un'incessante oscillazione tra negatività della decomposizione e la positività del risarcimento.
Quello che caratterizza l'azione progettuale dell'architetto è il sottile rapporto che lega la sua concezione del progetto alla visione critica della realtà. Tale effetto, si riverbera sul tipo di definizione delle masse, tutta basata sull'articolato profilo delle piante, sull'incastro delle figure e sull'effetto di scollamento delle superfici che ne costituiscono l'involucro. Così, i corpi contraddistinti da un loro andamento nervoso, appaiono come pervasi da un'energia trattenuta che tende, quasi in maniera visibile, ad espandersi come sotto l'impulso di un'esplosione.
All'interno di questo caratteristico modo di palesarsi della sua architettura, si può intravedere, altresì, la volontà di operare uno scardinamento dell'impianto ordinato della città secondo valori primari, una tensione alla disarticolazione dei suoi sistemi classificatori come rinuncia all'unità a favore dell'eterogeneità, che procede per maglie di sistemi accostati e sovrapposti, che includono in sé le discontinuità, le fratture, le differenziazioni.
Tale ricerca, che punta a un forte coinvolgimento della realtà circostante, per il particolare aspetto che, fino ad ora, ha caratterizzato l'attività progettuale di Giorgi -che è quello di agire all'interno della "frangia urbana" romana, puntando alla riqualificazione, alla risignificazione delle sue zone di margine- al di là delle valenze estetiche che persegue con ferma determinazione, deve essere intesa come espressione di un forte impegno civile.

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